Conosco due insegnanti.
Il primo insegna per bisogno di amore.
Solitamente questo amore viene ricercato come riconoscimento. Nel parlare, nel trasmettere la sua passione e i suoi sacrifici si aspetta che chi sta dall'altra parte, in un qualche modo tenda a lui.
Si aspetta che gli altri lo considerino per tutti i non detti che stanno dietro al suo essere lì in quel momento: le fatiche e i sacrifici che ha fatto, le difficoltà superate e i colpi presi..
Si aspetta quel rispetto che lui ha dimostrato da allievo.
Si aspetta in un qualche modo che gli altri diventino molto simili a lui.
Se non lo fanno si sentirà completamente derubato. Glii sembrerà che le persone intorno siano lì per usarlo e per sfruttare le sue scelte, comincerà a difendersi dicendo che nessuno di loro è capace di fare quello che lui ha fatto e vivrà continuamente nella sofferenza del non essere riconosciuto.
Il secondo insegna per amore.
L'insegnamento per questa persona diventa una possibilità per esprimere se stesso, le persone di fronte a se sono un dono e una possibilità.
Non sentirà mai che gli dovranno qualcosa, che il loro rapporto non sia in un qualche modo pari.
Nessun allievo potrà mai derubarlo perchè lui sarà continuamente a mani e cuore aperto verso il gesto di apertura completa che è donare.
In questo caso vivrà nella gioia del momento di condivisione e alla fine mi ritroverò libero di fare altro, non passerà il tempo a difendere il sapere e l'esperienza arroccandosi in sè.
Se insegnare ha a che fare con l'educare allora ha a che fare con il rendere liberi.
Ma come è possibile aiutare qualcuno a liberarsi se le mie mani, il mio cuore e i miei pensieri sono i primi ad essere legati?
dici bene Davide: "insegnare ha a che fare con l'educare" permettimi però di aggiungere ciò che io, a mia volta, ho imparato da un mio grande maestro: "l'unica cosa educabile nell'uomo è la consapevolezza" e dunque la funzione educativa è solo cercare di "proporre, fare, stimolare alla presa di coscienza" Spesso, in questa proposta, esperienza, io sono diventata e divento più consapevole, insieme al mio allievo, quindi più libera io stessa. Questo è quello che accade a me e ho sperimentato.
RispondiEliminahai ragione Manuela, condivido in toto! Grazie!!
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