martedì 1 aprile 2014

Sbagliando si impara.. Cosa?!?

"Sbagliando si impara"
Forse!!
Nella mia esperienza di insegnante mi sono accorto che in verità noi impariamo perchè ripetiamo un gesto.
Lo ripetiamo così tanto da farlo diventare naturale.
La frase "sbagliando si impara" che abbiamo sentito o detto tutti non credo sia proprio il massimo..
Nascosta in queste parole c'è la paura del giudizio e "sbagliando si impara" diventa come una formaula giustificatrice dell'errore.
Cerchiamo in questo modo di dare coraggio alla persona che non avendo raggiunto un obiettivo si sente avvilita e scoraggiata.
Se la frase è detta in modo efficace allora riaquistata la sicurezza ripeto e molto probabilemente ripeterò lo stesso errore...per migliaia di volte!!!
E sapete alla fine cosa ho imparato?
L'unica cosa che ho imparato è l'errore stesso.
 
Per imparare è indispensabile che l'errore sia sempre diverso, che ci sia una ricerca di approssimazione verso una "perfezione" e che in ogni ripetezione riesca a cambiare qualcosa, in modo da non ripetere mai la stessa esecuzione, fino a quando non la ritengo opportuna per i miei bisogni.

Ricordo una lezione con Laura, una ragazza di 12 anni, era tanto terrorizzata dal poter sbagliare che era completamente bloccata. Non si autorizzava neanche di iniziare, perchè nella sua mente ogni volta che immaginava un tentativo finiva rovinosamente.
Le chiesi di farmi vedere tutti i tipi di errore che poteva fare, e di usare la fantasia e l'intuizione per crearne altri.
Nella sua carriera scolastica nessuno le aveva mai chiesto come risultato l'errore.
Il suo viso cambiò all'istante, sembrava non credere alle sue orecchie. Scoppio a ridere e mi chiese se stessi parlando sul serio.
In quello che chiamiamo errore vi è l'embrione del gesto perfetto al quale aspiriamo.
Lo sforzo utile è quello di stare nell'instabilità dell'approsimazione di un gesto mai uguale perchè ogni cosa che ripetiamo in modo uguale la impariamo.
Il goal, il gesto corretto è di fatto un errore idealizzato, è una netta minoranza rispetto alle possibilità espressive dei tentativi che possiamo creare.
Laura ha iniziato a legittimare i suoi tentativi che in maniera sempre più fine sono andati a limarsi verso attraverso differenze sempre più nel piccole per non ripetere mai due volte la stessa cosa.
Laura ha preso il fare artigiano dell'artista e ogni tentativo che ora fa sembra sia un gesto correto.

Imparare in questo modo ci da un altro grande vantaggio: riconoscendo che la perfezione è l'approsimazione di un errore, non diventiamo mai schiavi di un tecnicismo e siamo continuamente capaci di trovare un equilibrio nell'instabilità e di lasciarci andare all'impermante.
Questa modalità è efficace sia con il corpo che con la mente, quanti pensieri diversi riesco a produrre rispetto ad un problema? Qual è l'utlima cosa che potrei pensare? La più difficile?

Trasformate l'errore in tentativo e non ripetetelo mai uguale! Sforzatevi fino a che non ne sarete soddisfatti e se vi va, raccontatemi come è andata!



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